....tra amici,famiglia,hobbies e interessi,viaggi ed esperienze......di Nicola Albertini.
04 luglio 2006
rubrica: " TI CONSIGLIO UN CD "
Siamo nel nuovo millennio, accidenti, e allora mischiamo i generi! La filosofia dei The Kooks può essere riassunta così.Loro sono quattro ragazzi inglesi, vengono da Brighton e mescolano come niente fosse un'incredibile quantità di suggestioni musicali: dal britpop al raggae, dal funk al soul, da Bob Dylan a David Bowie fino a spruzzatine di jazz. Dovendo definirli con un genere c'è pure chi li piazza nel calderone del post-punk, ma ogni definizione sta loro parecchio stretta.L'unica cosa certa è "Inside In / Inside Out", l'album che all'inizio del 2006 li presenta al mondo.
Comincia tutto sui banchi di scuola, quando i quattro cominciano a suonare insieme. Sono Luke Pritchard (voce e chitarra), Hugh Harris (chitarra), Max Rafferty (basso) e Paul Garred (batteria). "Nessuno di noi quattro emerge come leader – dice Luke Pritchard – e ognuno si sente libero di inseguire il suo stile personale, che è molto diverso da quello degli altri": ecco, forse così si spiega come mai tante influenze musicali insieme, ma ciò non toglie d'impiccio chi tenta di definire in modo univoco la loro produzione.Sia come sia, nel giro di un paio di anni i Kooks hanno composto un'infinità di brani e abbracciato una quantità di generi. Il risultato è che hanno raggiunto una buona intesa, ma ancora faticano a trovare la loro identità (perché va bene essere eclettici, però bisogna decidere che direzioni seguire).Il problema diventa sensibile quando Virgin Records li mette sotto contratto.
La soluzione? Affidarsi al producer Tony Hoffer e accettare di rimanere chiusi in sala d'incisione per sei lunghe settimane, giorno e notte.Il risultato è l'uscita di "Inside In / Inside Out" (gennaio 2006), debutto di tutto rispetto che raggruppa alcune nuove canzoni, i demo 'distribuiti' via Internet e i tutti singoli precedenti ("Eddie's Gun", "Sofa Song" e "You Don't Love Me"). Ma sin da subito le cose sono messe in chiaro: "Vogliamo continuare – dice ancora Luke Pritchard – a realizzare tipi diversi di dischi e a esplorare generi differenti. Vogliamo sorprendere le persone".
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