rubrica: "CHICCHE SUL CINEMA"

UN ANNO ALL BLACK

Fortunatamente ogni tanto nel cinema, complici le mode, il cambio di gusti e la qualità delle pellicole si registrano cambiamenti di rotta e quest’anno inizia ad esserci una rivoluzione che si può definire “la rivincita dei neri d’America”.
Mai come oggi ci sono stati protagonisti di colore nei più importanti eventi cinematografici mondiali, e questa è senz’altro una delle sorprendenti novità del 2007, che fa intravedere la ripresa di qualche attore in declino o l’affermazione di professionisti nascosti del jet-set, rivelandosi dei fenomeni.

Della prima categoria non si può non parlare di Eddy Murphy che con Dreamgirls, musical di tutto rispetto, unisce la sua naturale dote per il canto alla parte di artista in declino ottimamente recitata, togliendogli l’etichetta di attore trasformista ormai alla frutta (“Il Professore Matto” e “Il Dottor Dolittle”), sfoderando tutta l’esperienza nella recitazione d’alta classe.

Non a caso il ruolo gli è già valso un Golden Globe come miglior attore non protagonista drammatico, con conseguente strada spianata per gli Oscar, volato via suo malgrado nelle braccia di Alan Arkin per “Little Miss Sunshine” (per chi non l’avesse visto ancora, consiglio di noleggiare con il grande Eddy “Una poltrona per due” di John Landis, dove’è spettacolare) e speriamo che torni a farci divertire con la sua mitica risata…

Djimon Hounsou è l’altra grande sorpresa dell’anno nel bellissimo “Blood Diamond”, supportato da un Di Caprio sempre più bravo, ma dal quale non viene oscurato ma valorizzato.
Questa statua di un metro e novanta è arrivato in America dopo una piccola carriera da modello in Francia, senza neanche sapere una parola d’inglese, ma dopo tanta gavetta in film anche illustri come “Amistad” ed “Il Gladiatore” si conferma talentuoso e ha l’aria del tipo che la sa lunga, avendo dato filo da torcere ad Eddy al Galà Degli Oscar, una bella lotta sicuramente tra i due, ma come si dice tra i due litiganti….

E il principe di Bel Air?
Anche lui era presente alla grande serata del 25 febbraio e meritatamente direi, perché con la Ricerca della Felicità si è mostrato veramente in forma, tralasciando la parte consumata dell’uomo duro e fisicato di Bad Boys, regalando per intensità e carattere un’opera italo-americana (Muccino – Smith) di livello.

Anche qui è stata dura ed infine persa la battaglia, perché dall’altra sponda c’è un tuttofare straordinario del cinema (regista, produttore e musicista) come Forest Whitaker vincitore del Golden Globe come miglior attore protagonista e neo Premio Oscar come miglior attore con “L’ultimo Re di Scozia” nei panni di Idi Amin Dada, spietato dittatore dell’Uganda negli anni ’70, per il quale è ingrassato trenta chili e ne ha riprodotto anche i tic nervosi di questo soldato nei minimi particolari, che fu tra i dittatori piu sanguinari del ventesimo secolo.

Togliamoci il cappello di fronte a questi signori che testimoniano l’apprezzamento delle novità da parte dell’Academy, persone che tirano fuori il meglio di se in ruoli inusuali difficili e sicuramente controcorrente, mettendo a rischio il futuro della carriera e l’immagine solo per un film.
Scelte coraggiose che portano il bello e cattivo tempo per un attore, ma li fanno grandi e indimenticabili in qualche rara occasione, sarebbe bello e giusto regalargli una piastrellino nella Walk Of Fame solo per l’energia che sprigionano.

MATTEO PICCINETTI