22 maggio 2006

rubrica: "TI CONSIGLIO UN CD"

Uno scatenato cocktail musicale.Gli Amari nascono nel 1997 in una cantina della campagna friulana dalla voglia di Pasta e Dariella di uscire dal purismo musicale dei generi per creare qualcosa di nuovo, che vada oltre le rigide definizioni. Entrambi provengono da band locali dedite al crossover ed è forse proprio per questo che iniziano a creare un miscuglio di generi mai sentito. Ma gli Amari non si accontentano ed escono allo scoperto iniziando a esibirsi nei locali della zona e stringendo amicizia con i 21. Proprio con il gruppo hip hop friulano gli Amari registrano nel 1999 uno split, "Contingente", che viene distribuito in sole 1200 copie. L'anno successivo i due decidono di allargare il gruppo e così arruolano il bassista Cero e il DJ H.C. Rebel. I due portano una ventata di freschezza. che si esprime attraverso la creazione di un mix di rock, pscichedelia, hip hop, con un pizzico di rap. Lo stesso anno partecipano e vincono le selezioni di Arezzo Wave, a luglio suonano tra le band emergenti e infine rientrano nei cinque gruppi prescelti per frequentare il progetto A.R.I.A. (Arezzo Rock Italian Academy), la prima università del rock italiana.



Ad agosto arriva la prima prova discografica ufficiale della band: l'EP "Corporali", pubblicato su Riotmaker, fa colpo non solo sul pubblico ma anche sullo staff di Arezzo Wave, che decide di prendere gli Amari sotto la sua ala protettiva.Nel 2001 esce l'EP "Guida Verde". Registrato e prodotto da Alberto Brizzi e Marco Capaccioni (già produttori di Frankie Hi-NRG e Subsonica fra gli altri), l'album promozionale si sposta verso sonorità più pop riscuotendo un discreto successo.



Dopo tantissimi concerti, tra cui uno in Germania, e la partecipazione a numerosi festival, gli Amari tornano in studio di registrazione per il primo vero album. "Apotheke" (2002) contiene 9 brani in cui spuntano per la prima volta le chitarre: scelta bizzarra per un gruppo che parte dal rap, ma che si dimostra davvero azzeccata.Un altro punto di svolta nella vita della band avviene con l'ingresso di Marcopiano alle chitarre e alle tastiere e di Carletto Barackus alla batteria, che danno un tocco di indie rock. Ma gli Amari hanno sempre il rap nel cuore e così nel 2003 si assiste a una sorta di ritorno alle origini con "Gamera", che ottiene un ottimo successo di critica e di pubblico ed è seguito da numerosi live.



A distanza di due anni gli Amari pubblicano il loro disco più ambizioso: "Grand Master Mogol", un insieme di melodie pop, rock, indie e chi più ne ha più ne metta. Gli Amari partono per un megatour che li porta a suonare in giro per la penisola per mesi e mesi, ma trovano anche il tempo per girare il video di "Campo Minato" e di "Bolognina Revolution".