06 maggio 2006

rubrica: "TI CONSIGLIO UN CD"

ARCTIC MONKEYS


Un tale clamore da parte dei media britannici intorno all'uscita di un disco non si sentiva dai tempi di "Definitely Maybe" degli Oasis. E non a torto, a quanto pare: trascorsa una settimana sugli scaffali dei negozi, "Whatever People Say I Am, That's What I'm Not" è schizzato al primo posto delle chart con 120 mila copie vendute. Il fatto è ancora più impressionante se si pensa che solo sei mesi prima gli Arctic Monkeys erano una piccola band di culto nota solo per merito dei suoi demo fatti girare in rete. Il coro degli scettici non si è fatto attendere: la solita montatura della stampa, l'ennesimo fenomeno passeggero, non hanno inventato niente di nuovo. Sta di fatto, però, che questi quattro ventenni di Sheffield la fama se la sono guadagnata partendo dal basso, suonando come dei forsennati in giro per locali e facendo circolare sul web gli mp3 dei loro primi pezzi.


E poi basta guardarli suonare e sentire questo disco per capire che sono agli antipodi di tutto ciò che è ribellismo glam o revival trendy: quattro ragazzi a cui bastano due chitarre, un basso, una batteria e un paio di microfoni per far rivivere quella magia che si chiama rock'n'roll. Senza pose o fronzoli, ma solo con i polpastrelli sudati, gli amplificatori sparati al massimo e testi che parlano della vita di tutti i giorni. Inutile dire, a questo punto, che "Whatever People Say I Am, That's What I'm Not" assomiglia a tutto come a niente: è semplicemente un grande album di guitar-rock realizzato da chi è cresciuto a fish and chips e dischi giusti


tracklist:
The View From The Afternoon

I Bet You Look Good On The Dancefloor

Fake Tales Of San Francisco

Dancing Shoes

You Probably Couldn't See For The Lights But You Were Looking

Straight At MeStill Take You Home

Riot Van

Red Light Indicates Doors Are Secured

Mardy Bum

Perhaps Vampires Is A Bit Strong But...

When The Sun Goes Down

From Ritz To The Rubble

A Certain Romance

1 Comments:

At 27 febbraio, 2007 11:13, Blogger Diego Casalini said...

ti ho risposto nel mio blog

 

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